I percorsi ed i laboratori presenti mirano a riconoscere e a promuovere il potenziale talvolta inespresso o bloccato da un sistema scolastico non sempre pronto ad accogliere la diversità, soprattutto quando si esprime in termini di divergenza cognitiva. Per molti ragazzç così chiamati "neurodiversi" le difficoltà legate all'inclusione ed al benessere scolastico si trasformano in situazioni di disagio ed insuccesso relazionale emotivo e didattico.
All'interno del laboratorio, partendo da una valutazione dinamica dei processi in gioco, vengono identificate diverse modalità di intervento per costruire una rete efficace che coinvolge famiglia, scuola e ragazz§. Il focus di questo processo viene posto sulla promozione del senso di autoefficacia e sulla valorizzazione delle caratteristiche individuali, nella convinzione che la crescita e il reale apprendimento possa avvenire solo se in primo luogo le emozioni hanno spazio (l'apprendimento è emotivo).
Diventa talvolta difficile cogliere le fragilità a fronte di competenze cognitive eccellenti, definite (anche dai valori di QI) talvolta geniali.
Eppure ciò che più caratterizza i così detti "alti funzionamenti" è la difficoltà di integrazione ed autoregolazione sensoriale, comportamentale ed emotiva. Questa dimensione è spesso sottovalutata dalla rete, genera sofferenza e frustrazione, nasconde i punti di forza e lascia emergere i nodi-problema.
i percorsi accompagnano in primo luogo alla presa di coscienza dei propri processi cognitivi, delle personali strategie di apprendimento e delle emozioni connesse. Il raggiungimento di questa consapevolezza coinvolge anche la dimensione corporea del movimento, che diventa un importante veicolo di esperienza, ordine e conoscenza. Le etichette diagnostiche diventano così materiale di esplorazione secondaria, talvolta accessoria.
Modalità di interventi: le attività proposte a bambini e ragazzi sono sia individuali che in forma di piccolo gruppo. La metodologia utilizzata non è monolitica ma si basa sempre su interventi cognitivo comportamentali costantemente aggiornati ed evidence based, forte di una integrazione e rielaborazione funzionale degli approcci neuropsicologici più recenti e di integrazione con un profondo lavoro sulle emozioni e le relazioni.
i genitori vengono coinvolti in prima persona attraverso specifici percorsi di parent training e counseling, così come si cerca la collaborazione con la scuola, centri di riferimento e società sportive frequentate dei ragazz§ per da avviare la costruzione di una fitta e solida rete.
Arricchimento strumentale P.A.S. Metodo Feuerstein
proposta sia a ragazzi che ad adulti per migliorare la flessibilità cognitiva ed il processo di apprendimento,
nella sua applicazione concreta promuove, tramite "esercizi carta e matita", la riflessione guidata e mediata sulle modalità e strategie necessarie alla risoluzione di un compito.
Si impara a vedere come si pensa, migliorando la propria efficacia nella risoluzione di compiti e problemi, e la capacità di autocorreggersi.
Neuropsicologia
è una metodologia di intervento che adottiamo nei casi di disabilità intellettiva attraverso la stimolazione specifica di un processo cognitivo leso, facilitando l'accesso ad una informazione che è relativamente intatta, ma inaccessibile. Accanto a questo operiamo sul riadattamento funzionale di moduli cognitivi preservati, o abilità residue, e superamento degli effetti inibitori.
Vengono sviluppate nuove abilità, coinvolgendo differenti processi cognitivi per svolgere un compito.
Esperienza di apprendimento Mediato E.A.M.
la mediazione intesa come accompagnamento al compito tramite il filtro, la focalizzazione e la presentazione programmata degli stimoli, è premessa a tutte le attività proposte, ma è anche voce a sè quando non è possibile un metodo di lavoro "a tavolino".
In questo caso vengono proposte attività cognitive di risoluzione di problemi a livello concreto dove il processo cognitivo è accompagnato dal feedback operativo che aumenta la motivazione e l'attenzione al compito. Questa modalità risulta molto efficace in presenza di disturbo oppositivo e ADHD.
Gioco Cognitivo
proposto in età prescolare sopratutto ove si evidenziamo problematiche rispetto a comportamenti impulsivi e reattivi, richiede la compresenza del terapeuta -mediatore e del genitore il quale riveste un ruolo attivo nella seduta.
Le attività ludiche proposte portano sempre il carattere della meraviglia e della scoperta: la sperimentazione è libera ma mediata tra scoperta e ragionamento metacognitivo. Terapeuta e bambino si interrogano e sperimentano: cosa succederà se provo a fare questo? hai già visto qualcosa di simile? a cosa servirà questo?
Il genitore, inizialmente osservatore, di volta in volta si sostituisce sempre più al terapeuta fino ad essere autonomamente mediatore nel gioco.